Radiologia digitale
La prima tecnica digitale introdotta nella diagnostica per immagini è stata l’angiografia sottrattiva, descritta da Kruger nel 1977 ed entrata nella pratica clinica nei primi anni ’80. In ogni caso, il primo vero sistema digitale comparve nel 1990 con l’introduzione dei detettori charge-coupled device (CCD), seguiti poi dai detettori al selenio su tamburo rotante (selenium rotating drum,1994) e più recentemente dai sistemi DR (Digital Radiography) basati su detettori al silicio e selenio amorfo (1995). A seguito della produzione di immagini diagnostiche digitali e della necessità di gestire anche l’informazione digitale alfanumerica, negli stessi anni sono stati introdotti sistemi informativi di supporto quali il Radiology Information System (RIS), l’Hospital Information System (HIS) e il Picture Archiving and Communications System (PACS) che hanno dato alla radiologia gli strumenti per l’archiviazione elettronica e la trasmissione dei dati a distanza. Nei primi anni ’90 è stato inoltre definito il protocollo Digital Image Communication in Medicine (DICOM 3) che ha stabilito il formato digitale universale per la codifica e la comunicazione delle immagini medicali.
Riduzione dell’esposizione dei pazienti alle radiazioni, semplificazione delle procedure, immediatezza dell’acquisizione, rispetto per l’ambiente e diagnosi immediata questi sono solo alcuni dei vantaggi offerti dall’utilizzo della tecnica digitale.
La Radiologia digitale ricopre ormai un ruolo diagnostico primario in tutte le branche dell’odontoiatria.
Consente, infatti, una visione completa dell’anatomia dentale del paziente e costituisce la base sulla quale impostare ulteriori analisi e una più adeguata pianificazione del trattamento.