Nuove tecnologie, nuovi canali, nuovi rischi e leggi dimenticate

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Nuove tecnologie, nuovi canali, nuovi rischi e leggi dimenticate

Alcune considerazioni di Maurizio Quaranta (ANCAD) che denuncia: il commercio elettronico nel settore odontoiatrico rischia di ignorare leggi e controlli e favorire abusi.

Mentre tutti gli operatori del settore odontoiatrico si affannano nel mercato reale per mettersi in regola entro il prossimo 26 Maggio con la nuova Medical Device (UE 2017/745), che allinea la normativa UE ai progressi tecnici ed a quelli compiuti nel processo legislativo, i nuovi canali tecnologici di vendita permettono a chiunque di ottenere tutto ciò che la legge Volponi vieta a tutti coloro che non possiedono le caratteristiche. Escludo nella maniera più categorica che nemmeno il nuovo Regolamento per l’E-commerce (UE 2019/1150), che promuove equità e trasparenza per gli utenti dei servizi commerciali (12 Luglio 2020), possa sanare quanto si verifica online dove, tra le maglie del sistema, operano trafficanti di armi, senza che nessuno nel settore odontoiatrico abbia ancora gridato allo scandalo.

Il rischio, ora, non è più tanto quello di vedere invaso il mercato da “fake products”, quanto quello di trovarsi nello stesso paese Italia con due realtà diverse, quasi fossero due territori totalmente differenti e dove solo il mercato reale è sottoposto e risponde alle regole. Tutto questo senza dover entrare nel dark web, perché ci sono infatti già servizi di intermediazione online, i famosi marketplace, ai quali si accede con i classici motori di ricerca per acquistare radiografici, panoramici ed ovviamente, anche riuniti odontoiatrici.

Mi domando: chi è quel compratore che dimostra di essere in possesso dei requisiti per poter acquistare il materiale in questione con un certificato di iscrizione all’Ordine di data non anteriore ai 60 giorni la data di stipula del contratto?

E successivamente: chi si accerterà di sapere se sono state rispettate tutte le prescrizioni in materia di marcatura, informazione, codice UDI… e chi occuperà della messa in funzione di un medical device, scolarizzando l’utilizzatore, rilasciandogli il certificato relativo ed occupandosi della manutenzione con pezzi di ricambio originali e chi è al corrente che oggi i rischi sono in solido tra produttore, distributore ed utilizzatore che effettua un incauto acquisto? 

Troppe domande per un italiano medio, ma non per chi si occupa della salute di un cittadino paziente e per chi lo fornisce di ciò che gli necessita, ma se già vedevo nella nuova Medical Device, alla quale ovviamente plaudo in linea generale, un limite (il rischio di far chiudere tutti quei piccoli produttori o distributori europei che non saranno in grado di sopportare ed assorbire i costi per adeguarsi alla normativa), ora addirittura temo le scorciatoie di chi non rispettando le regole, si nasconde nel calderone delle piattaforme digitali, attività nella quale per ora eccellono esclusivamente spregiudicati siti stranieri, che non conoscono l’Italia, le Sue leggi e men che meno la Volponi.

Dott. Maurizio Quaranta, consigliere ANCAD e ADDE



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