L’estate di San Martino e il dono del mantello

L’estate di San Martino e il dono del mantello

Spesso ci riferiamo a certi giorni autunnali come all’estate di San Martino, che “dura tre giorni e un pochino”. Quella che può sembrare una contraddizione ha invece un’origine che risale ai tempi di Martino di Tours, poi diventato San Martino, vissuto tra il 316 circa e il 397 d.C. Il periodo che viene indicato da questa espressione di solito coincide con la prima parte del mese di novembre (il giorno in cui i cattolici festeggiano San Martino è infatti l’undici novembre), quando è possibile che si verifichino giornate molto calde e soleggiate, una rarità nella stagione autunnale, accompagnate dai colori caldi del foliage.

San Martino e il dono del mantello che fece fiorire l’estate a novembre: la leggenda narra che, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà: subito il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.

 

 

Le tradizioni in Italia

Dal vino novello alla fine dei contratti agricoli stagionali 

In molte regioni d’Italia l’11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio “A San Martino ogni mosto diventa vino”) ed è un’occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato e accompagnato da castagne o caldarroste. Sebbene non sia praticata una celebrazione religiosa a tutti gli effetti, la festa di San Martino risulta comunque particolarmente sentita dalla popolazione locale. Nel nord Italia, specialmente nelle aree agricole, fino a non molti anni fa tutti i contratti (di lavoro ma anche di affitto, mezzadria, etc) avevano inizio (e fine) l’11 novembre, data scelta in quanto i lavori nei campi erano già terminati senza però che fosse già arrivato l’inverno. Per questo, scaduti i contratti, chi aveva una casa in uso la doveva lasciare libera proprio l’11 novembre e non era inusuale, in quei giorni, imbattersi in carri strapieni di ogni masserizia che si spostavano da un podere all’altro, facendo “San Martino”, nome popolare, proprio per questo motivo, del trasloco. Ancora oggi in molti dialetti e modi di dire del nord “fare San Martino” mantiene il significato di traslocare.



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