Giornata internazionale della donna

Giornata internazionale della donna

Oggi si celebra la Giornata internazionale della donna (istituita dal 1977 in tutto il mondo).

In questa giornata vengono ricordate sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo. Il simbolo di tale festività è un ramoscello di mimosa, fiore dai pallini gialli ed impalpabili, capace di crescere su terreni difficili. Quali sono i motivi di regalare la mimosa? E’ una tradizione tipica italiana, infatti la scelta di un ramoscello di mimosa come simbolo per la festa delle donne è stato istituito nel 1946, nell’assemblea dell’Udi (Unione donne italiane). Era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette e il motivo alla base della scelta della mimosa è la sua economicità ed il fatto di essere l’unico fiore che sboccia ai primi di marzo. Inoltre, nonostante la sua fragilità apparente, riesce a crescere anche su terreni difficili. Infatti non è mai stato solo un fiore. E’ un simbolo dell’emancipazione per le milioni di donne che ogni anno, l’8 marzo, organizzano convegni e manifestazioni per rivendicare diritti tutt’altro che scontati, ieri come oggi: lavoro, parità salariale, una pensione dignitosa, asili nido e servizi sociali. Oggi, la festa della donna ha sempre più un valore simbolico, ma non per questo da considerare un valore del passato.

La redazione Dental Club ha il piacere di condividere con voi questa canzone dedicata a tutte le donne.

Quello che le donne non dicono è una delle canzoni più celebri di Fiorella Mannoia. Scritta da Enrico Ruggeri e da Luigi Schiavone e prodotta da Celso Valli, fu cantata dalla Mannoia al Festival di Sanremo 1987, vincendo il Premio della Critica. Rimase nella Hit parade per molte settimane.

Ruggeri scrisse la canzone al femminile con l’intento di modificarla alla fine della stesura dal punto di vista maschile, ma soddisfatto del risultato decise di cederla ad un’interprete femminile, Fiorella Mannoia. Negli anni la Mannoia ha cambiato la frase del testo che recita “e se ci confondiamo un po’” perché le sembrava inappropriata: « Perché in quella frase ci vedo una ammissione di debolezza che non trovo appropriata. Sicuramente a volte saremo confuse, a tutti gli esseri umani capita, ma ci leggo come un’ammissione di una sorta di inferiorità; è come se dicessimo: “Scusate se ci siamo ribellate, ma è perché non riusciamo a comunicare più con voi” e il mio orgoglio si è ribellato. Ma, ripeto, è una sola. »

 

 



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