Equinozio di primavera
La primavera è ormai alle porte, nonostante gli ultimi colpi di coda dell’inverno. Sebbene lo Stivale sia ancora, parzialmente, invaso dal freddo la natura si prepara alla sua rinascita. Con il passare delle settimane, infatti, le temperature si faranno sempre più piacevoli, i prati torneranno a essere verdi e le colture cresceranno prolifiche, pronte a regalare una tavola ricca di sapori e gusti.
Dal punto di vista astronomico, l’inizio della primavera è però segnata dall’equinozio: quando avverrà nel 2018 e, soprattutto, quali sono i significati e le tradizioni che l’evento ha acquisito nella storia?
Per equinozio si intende un fenomeno astrale, pronto a ripetersi due volte l’anno, causato dal movimento della rivoluzione terrestre attorno al Sole. Durante l’equinozio, quest’ultimo si trova nel suo punto di zenit rispetto all’Equatore, determinando una perfetta suddivisione tra il giorno e la notte nell’arco delle 24 ore. Non a caso, la parola equinozio deriva da “aequa-nox”, in riferimento al bilanciamento tra le ore di luce e quelle di buio.
Sono due gli equinozi che coinvolgono il Pianeta nell’arco dell’anno, a circa sei mesi di distanza l’uno dall’altro. Quello primaverile avviene tra il 19 e il 21 marzo, mentre quello autunnale tra il 22 e il 23 settembre, segnando quindi l’avvio delle due rispettive stagioni. L’alternanza dei giorni deriva dalla non perfetta congruenza tra il calendario gregoriano e quello siderale, tanto da richiedere ogni quattro anni l’inserimento di un giorno in più, con l’anno bisestile. Ovviamente, così come accade per i solstizi, mentre nell’emisfero boreale l’equinozio di marzo determina l’avvio della primavera, in quello australe segna l’avvio dell’autunno.
L’equinozio di primavera, sempre in riferimento all’emisfero boreale, è anche detto punto vernale, punto gamma o punto dell’Ariete. Per il 2018 in corso, l’evento astronomico è fissato per il 20 marzo alle 16.15 UTC, quindi alle 17.15 del fuso italiano.
Equinozio di primavera: significati e tradizioni
L’equinozio di primavera rappresenta un fenomeno sentito e celebrato, riconosciuto nell’intera storia dell’uomo. L’arrivo della primavera, infatti, è sempre stato collegato a forti significati simbolici: è il trionfo dell’abbondanza a seguito della mestizia del periodo invernale, la vittoria della luce sul buio. L’equinozio sottolinea quindi l’abbandono della povertà tipica dei mesi più freddi, per ammirare la natura rinascere, assaporarne i suoi frutti, approfittare di maggiori ore d’illuminazione solare, rinvigorire la mente e il fisico. Proprio per questa ragione, quasi tutte le civiltà della storia hanno rapportato il fenomeno astronomico alle divinità, con feste, canti e preziosi omaggi.
Per molte delle popolazioni più antiche, ad esempio, l’equinozio primaverile corrispondeva con l’inizio dell’anno nuovo, come nell’Antica Mesopotamia. Non è infatti un caso che, dal punto di vista astrologico, lo zodiaco incominci con il segno dell’Ariete: è proprio la costellazione di riferimento in concomitanza con l’equinozio. Non ultimo, alcune di queste tradizioni sono giunte fino ai giorni nostri, basti pensare all’Egitto: da 4.700 anni si celebra infatti la festa del Sham El Nessim, con grandi incontri all’aperto, scampagnate e pic-nic a base di uova, queste ultime simbolo di rinascita. Anche la religione cristiana si affida all’importante data dell’equinozio, usata ogni anno per determinare la domenica di Pasqua: è per questa ragione che la festività avviene sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile. Ancora, il calendario comincia proprio in questo periodo anche in Iran, secondo il calendario Bahá’í, con il festival persiano del Naw-Ruz.
L’arrivo della primavera è inoltre particolarmente sentito in Asia, dove sopravvivono usanze millenarie, mai intaccate dal trascorrere del tempo. Per la religione induista, ad esempio, il fenomeno corrisponde all’Holi: la festa dei colori. Il bene, trionfando sul male, porta a una giornata dove le caste si annullano: tutti scendono nelle piazze per cantare e divertirsi, gettando polveri di pigmenti coloratissimi. La tradizione sarebbe collegata al culto di Krishna: quest’ultimo, geloso per la bianchissima pelle della moglie Radha, avrebbe infatti deciso di ricoprirla di colori. In Giappone, oltre alla caratteristica fioritura dei ciliegi, l’equinozio è festa nazionale e giornata dedicata alla famiglia: si visitano le tombe delle persone care e si passa del tempo con i parenti.
In tempi più recenti, infine, si è deciso di far corrispondere all’avvio della bella stagione il Giorno della Terra, una ricorrenza dedicata alla tutela ambientale del Pianeta. La prima celebrazione è avvenuta il 21 marzo del 1970, mentre da qualche anno la data è stata spostata al 22 aprile.