Curiosità sull’odontoiatria (parte I)

storia e curiosità odontoiatria

Curiosità sull’odontoiatria (parte I)

A quando risale la prima otturazione? E il dentifricio? Lo spazzolino? Cosa si usava come anestesia in passato? Chi poteva svolgere la professione del dentista? Perché gli americani hanno denti forti e bianchi? Qui di seguito soddisferemo queste curiosità.

Fin dai tempi della Preistoria, se le persone avevano dei problemi ai denti c’era chi si prendeva cura di loro, dandogli aiuto.

 

 

Testimonianza della presenza di carie è stata trovata in denti provenienti da crani di circa 25mila anni fa, gli archeologi hanno trovato prove di primi tentativi di otturazioni in denti provenienti da uomini vissuti 8.000 anni prima della nascita di Cristo!

Nel sito Riparo Fredian, vicino Lucca, è stato rinvenuto il più antico dente riparato con un composto a base di bitume, risalente a 13mila anni fa. 

I denti in questione, due incisivi centrali superiori, presentano entrambi un foro centrale. Sulla parete dei denti è stata trovata una serie di minuscoli segni orizzontali i quali suggeriscono che per ampliare il foro sono state usate intercapedini realizzate con piccole pietre utensili. Rispetto ad altri denti trovati alcuni anni addietro, sempre in Italia, risalenti a 14.000 anni fa, che mostrerebbero segni simili, questi due incisivi presentano un’innovativa procedura: i fori contengono infatti tracce di bitume, incorporate con fibre vegetali e peli, che farebbero pensare a una prova di preistoriche otturazioni dentali. Lo scopo delle fibre e peli è sconosciuto, ma sono comunque  stati aggiunti al foro dopo la perforazione e non sono resti di cibo. Come nella moderna odontoiatria, il dentista del paleolitico avrebbe forato e riempito i buchi per ridurre il dolore e tenere il cibo fuori dalla camera pulpare. Il bitume, inoltre, insieme con alcune piante medicinali, potrebbe essere stato utilizzato come antisettico.

Le prime fonti scritte sulla carie, invece, sono state trovate in un testo sumerico del 5.000 a.C. Papiri egizi databili al 3.700 a.C. parlano di malattie dei denti e descrivono sostanze da mischiare tra loro per poi essere applicate in bocca per alleviare il dolore.

I primi riferimenti ai “dentisti” si trovano in testi, sempre egizi, risalenti al 2700 a.C., dove si parla di un medico specializzato nel trattamento dei denti. Nella tomba di Hesy-Re, uno scriba egiziano, compare la dicitura “Il più grande di coloro che si interessano ai denti di tutti i medici”. Insomma, modestia a parte, di sicuro tale scritta è indicativa di una certa specializzazione presente già nell’Egitto dei Faraoni.

Scritti del 1300 a.C. del greco Esculapio, parlano di estrazione dei denti malati.

Ippocrate e Socrate hanno scritto numerosi trattati in cui discutevano dell’eruzione dei denti, delle estrazioni e della cura della carie e delle malattie gengivali. Abbiamo testimonianze simili anche da scritti di medici romani.

 

Nel medioevo, invece, furono i monaci ad occuparsi delle cure odontoiatriche, perlomeno fino a quando una serie di editti papali proibì loro di eseguire atti chirurgici, compresa l’estrazione dei denti. Da quel momento, fino allo sviluppo della professione medica moderna, il ruolo dei dentisti passò ai temutissimi barbieri-chirurghi.



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