Competenza nell’innovazione

Competenza nell’innovazione

Sarà la competenza a fare la differenza, anche nell’innovazione.

I sistemi di intelligenza artificiale possono modellare le nostre scelte e le nostre azioni in modo semplice e silenzioso. Questo non è necessariamente dannoso. Ad esempio, può favorire l’interazione sociale e la cooperazione. Tuttavia; la progettazione e l’uso improprio dell’intelligenza artificiale invisibile possono minacciare la nostra fragile, ma costitutiva, capacità di determinare le nostre vite e la nostra identità e di mantenere aperte le nostre scelte.

I lavoratori dovranno acquisire, per migliorare la qualità della vita lavorativa, nuove competenze e adattarsi a occupazioni in rapido cambiamento.

I nuovi lavori richiederanno più istruzione e competenze rispetto a quelli che andranno persi. Bisogna prepararsi. I dati dell’ultimo rapporto Ocse evidenziano come i lavoratori a maggior rischio di sostituzione abbiano una probabilità tre volte inferiore di essere già impegnati nella formazione, rispetto a quelli occupati in lavori non automatizzabili.

I programmi di formazione risultano utilizzati prevalentemente da coloro che sono già molto istruiti o esperti di tecnologia digitale e cercano di migliorare ulteriormente la loro occupabilità attraverso la padronanza di tecnologie all’avanguardia. Mentre sono pochi i lavoratori nell’estremità inferiore del mercato del lavoro che stanno approfittando di tali programmi.

 

 

Non è il momento di stare a guardare.

Competenti nell’innovazione dunque, per taluni giogo soffocante, ma per tanti divertimento impareggiabile, o comunque inevitabile per chi non vuol trovarsi a riconoscere nel mondo solo poche cose ed essere a sua volta “superato”.



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